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Grant Thornton International

Aumenta la presenza femminile nel senior management

A livello mondiale la percentuale di imprese che contano almeno una donna nel senior management è salita all’87%, con un aumento pari al 12 punti percentuali rispetto al 2018 (75%) e di 21 punti percentuali rispetto al 2017 (66%). Questi i dati della ricerca Women in Business di Grant Thornton International, che raccoglie le risposte di oltre 8.000 leader aziendali in 35 nazioni, inclusi i Paesi del G20.

 

Nel complesso le donne detengono ad oggi il 29% delle posizioni aziendali di comando. Sebbene questo dato corrisponda ad un aumento di 10 punti percentuali lungo i 15 anni in cui si è svolta la ricerca, metà di questo incremento (5 punti percentuali) si è registrata soltanto negli ultimi 12 mesi.

Questi dati sono incoraggianti e rappresentano un segnale che la parità di genere sta iniziando ad essere presa sul serio dalle imprese. Fattori esterni quali una maggiore trasparenza nelle organizzazioni, l’attenzione verso la problematica del divario di retribuzione tra i generi e il dibattito pubblico originato dal movimento #MeToo sembrano aver suscitato un cambiamento nelle aziende.

Se da un lato il numero di donne in posizioni manageriali è in aumento, tuttavia, la parità di genere al vertice è ancora lontana. Quando si tratta del ruolo di CEO, amministratore delegato o direttore generale, soltanto il 15% delle imprese ha una donna al comando.

Nonostante l’attenzione alla gender diversity da parte delle imprese, il cambiamento ai vertici è ancora lento. Auspicabilmente il netto aumento del numero di donne in ruoli senior registrato quest’anno non è soltanto una reazione istintiva al contesto sociale congiunturale ma continuerà negli anni a venire.

Secondo il rapporto di Grant Thornton, affinché il trend rimanga positivo servono azioni concrete e il ruolo dei leader aziendali è cruciale. Politiche che rispondano alla necessità di avere pari opportunità di carriera o all’esistenza di preconcetti nel processo di assunzione e sulle modalità di lavoro flessibile non devono essere soltanto di facciata. Per ottenere un progresso significativo queste politiche devono essere rispettate, attuate e riviste regolarmente per valutare la loro efficacia; quando poi sono realmente condivise dai vertici aziendali, si può davvero creare una cultura inclusiva.

 

Simonetta La Grutta, Partner di Bernoni Grant Thornton, la member firm italiana di Grant Thornton specializzata nei servizi di consulenza tributaria, societaria e di parte dell’advisory, ha commentato:

«I dati emersi dalla ricerca evidenziano risultati che sono frutto di un primo, seppure non sufficiente, cambiamento culturale. La rimozione delle barriere al networking sia interno che esterno e la creazione di reali opportunità che, indistintamente, permettano di esprimere e sviluppare le proprie competenze, ponendole al servizio delle organizzazioni, sono fattori chiave per far sì che il trend resti positivo e registri la necessaria accelerazione».

 

Sonia Lenzi, Partner di Grant Thornton FDD – società parte della member firm Ria Grant Thornton per i servizi di audit e consulenza in Italia di Grant Thornton – conclude:

«Tra gli stakeholder delle imprese, ovvero investitori, società civile, consumatori, dipendenti delle aziende e altri attori, sta maturando la consapevolezza del ruolo strategico e del valore aggiunto delle donne ai vertici delle organizzazione migliori. Come per l’Agenda 2030 dell’ONU e i 17 sustainable development goals, post Accordi di Parigi del 2015, che sono asset e obiettivi di valutazione fondamentali per un futuro comune sostenibile per le società, le persone, l’ambiente e la pace, così sarà decisivo continuare ad investire nella formazione, carriere e stipendi paritari delle donne quali elementi per misurare la performance generale delle organizzazioni».

Women in business 2019

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Aumenta il numero di donne nel senior management

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