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Comunicato Stampa

L’economia mondiale post Covid-19 secondo i dati IBR

L’economia mondiale post Covid-19 secondo i risultati dell'International Business Report di Grant Thornton: quasi il 50% delle società a livello globale ha adattato la propria strategia con aspettative di crescita nei settori tecnologia, media e telecomunicazioni, sanitario.

 

Le aspettative post pandemia non potevano essere positive ma nella crisi sanitaria globale con impatti sull'economia, sul modo di fare impresa, lavorare, consumare, vivere si posso cogliere segnali positivi e opportunità.

Tra i dati incoraggianti dei risultati dell'International Business Report di Grant Thornton, che ha coinvolto interviste a 10.000 imprenditori e dirigenti in 29 nazioni, tra cui l'Italia, quasi il 50% delle società intervistate a livello globale ha dichiarato che la propria strategia è stata adattata ai nuovi scenari e che continuerà la crescita dei settori tecnologia, media e telecomunicazioni.

Le risposte fornite indicano che la maggior parte delle società sta adottando un approccio su più fronti finalizzato ad una più efficiente gestione della liquidità. Dall’analisi emerge inoltre che la maggior parte del campione ha già intrapreso misure con effetti positivi per affrontare la pandemia: oltre il 50% ha favorito lo smartworking, in particolare nei settori che erogano servizi professionali e finanziari. Circa il 30% ha diminuito i costi del lavoro attraverso la riduzione della retribuzione e/o del personale.

Lo scoppio della pandemia da Covid-19 nella provincia di Hubei in Cina ha messo in luce i problemi e le potenziali future criticità legate alle catene di approvvigionamento per diversi settori, come ad esempio quello automobilistico ed elettronico.

Dalle risposte dell'IBR sembra esistere una correlazione positiva tra i settori in cui le imprese stanno già pianificando di mobilitare le catene di approvvigionamento in preparazione per una ripresa e le società che identificano pratiche più resilienti come chiave per le strategie future in un contesto altamente incerto. Ciò è più sentito per le imprese dei settori agricolo, manifatturiero e dei prodotti di consumo.

Evidenziando alcuni impatti più permanenti post Covid-19, un’impresa su quattro ha indicato che in futuro sarà necessario un cambiamento fondamentale nel modo di produrre e offrire servizi. Tra i settori che dovranno cavalcare tale cambiamento epocale si segnalano quelli del travel & tourism, tmt e mining. Con le restrizioni alla libera circolazione di persone e beni, ora in via di allentamento, le imprese sono sempre più alla ricerca di occasioni di mercato e di maggiori investimenti per ripartire.

Quasi il 50% del campione intervistato sta investendo sulla sicurezza nei posti di lavoro per prepararsi alla ripresa nei rispettivi mercati. Pianificare con cura quando e come le persone torneranno al lavoro sarà fondamentale per mitigare gli impatti negativi di una eventuale seconda ondata della pandemia e la maggioranza degli imprenditori e dirigenti intervistati ha dichiarato che sono in atto pratiche nuove per gestire questo processo.

Circa il 40% degli intervistati ha iniziato a pianificare a quali clienti, mercati, prodotti e servizi dare priorità nella nuova fase di recupero e rilancio. Le alte incertezze legate ai flussi di cassa rappresentano una criticità significativa sia per il presente che per il futuro; il 40% degli intervistati ha iniziato a pianificare le risorse finanziarie necessarie durante la fase di recupero.

Oltre a identificare la necessità di investire in tecnologia nei processi di trasformazione digitale, la crisi globale causata da Covid-19 ha fatto emergere la necessità-opportunità di investire di più in una cultura manageriale che consideri strategica la flessibilità delle organizzazioni (riconosciuta dal 46% delle imprese globali) e dei relativi processi di gestione.

Per Fabio Gallassi, managing partner di Ria Grant Thornton, i dati mostrano che gli investimenti in R&S sono un fattore critico di vantaggio competitivo per l’innovazione e la crescita del business a livello macroeconomico per le nazioni e per le imprese, specialmente in termini di livello di conoscenza e competenze utile in momenti di incertezza economica globale come quelli che stiamo vivendo.

L'Unione Europea (UE) per la nuova programmazione 2021-2027 Horizon Europe indicherà obiettivi superiori al 3% per gli investimenti in R&S e per sostenere un Green New Deal all'avanguardia nel mondo. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite indica gli obiettivi di sviluppo sostenibile a cittadini, amministrazioni pubbliche e organizzazioni private, per rispondere efficacemente alla pandemia e per promuovere un cambiamento culturale e un processo di innovazione e resilienza trasformativa per un sistema socioeconomico sostenibile per tutti.

Rilevanti opportunità scaturiranno collaborando e investendo di più in joint lab, brevetti e spin off coltivati e ideati in e con università ed enti pubblici di ricerca sul territorio dove le imprese sono ramificate e dove in futuro investiranno per crescere in Italia e all'estero.

Visto il particolare momento storico che stiamo attraversando, osserva Alessandro Dragonetti, managing partner di Bernoni Grant Thornton, si tratta di un’occasione unica per scommettere nel futuro e rivedere le proprie strategie indirizzandole sui nuovi driver di crescita - investimenti in tecnologia, trasformazione digitale, flessibilità organizzativa e nella gestione delle crisi - essenziali per la salvaguardia dell’impresa nel lungo termine. In questo senso, sarà anche importante concentrare le proprie risorse sui prodotti e servizi più promettenti per il business, con uno sguardo rivolto alle opportunità presentate dai mercati internazionali.

Come rivela l’analisi, infatti, circa un quarto delle aziende si aspetta un aumento dei ricavi dall’estero ed emerge la volontà di espandere il business verso fornitori stranieri.