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Global Business Pulse

L’impatto Covid sulle imprese europee: a rischio l’occupazione

Il mid-market europeo è tra i più colpiti a livello mondiale

Il nuovo indice Global business pulse di Grant Thornton mostra come le imprese europee siano state negativamente colpite dagli effetti del Covid-19. L’indice, che può essere visto come una valutazione dello stato di salute delle imprese del mid-market di tutto il mondo, evidenzia che l’UE ha subito un calo passando da 0,6 del secondo semestre 2019 a -11,9 nel secondo semestre 2020, implicando quindi che le imprese del mid-market europeo sono tra le più colpite.

L’impatto della pandemia nell’Europa meridionale è stato particolarmente grave: l’indice ha registrato infatti un brusco calo di 14,2 punti, raggiungendo -16,1. La prolungata sospensione delle attività economiche è stata la causa principale di questo crollo, come dimostrato dal consistente calo dell’ottimismo nell’UE a livelli pari solo a quelli della crisi del debito sovrano europeo nel 2011/12.

Solo il 29% delle imprese ha un’aspettativa economica positiva per i prossimi 12 mesi, in calo rispetto al 45% registrato nella seconda metà del 2019 e in diminuzione di dieci punti percentuali rispetto alla media delle economie del G7. Le imprese europee hanno subito tutta la forza della pandemia.

Tuttavia, l’impatto non è uniforme. Come spiega Larissa Keijzer, regional head – EMEA del team network capabilities di Grant Thornton International Ltd, “la velocità di risposta alla crisi ha avuto un forte impatto sull’ottimismo delle imprese nella regione. Quei Paesi che hanno reagito velocemente alla situazione causata dalla pandemia e sono state resilienti in passato avranno probabilmente una buona ripresa dopo il lockdown”.

Le disastrose condizioni economiche hanno colpito le aspettative sull’occupazione tra le imprese del mid-market: un’impresa su tre prevede di fare tagli al personale nei prossimi 12 mesi. Questo, in parte, è dovuto alla complessità dei programmi di governo. “Le iniziative di governo – incluse le misure di integrazione salariale – spesso non vengono utilizzate nel modo migliore dalle imprese per via della loro complessità e le imprese devono fare richiesta e ‘mettersi in lista di attesa’ per poter usufruire delle diverse iniziative di sostegno” afferma Larissa.

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L’agilità del mid-market aiuterà a contrastare l’incertezza

L’indice Global business pulse si focalizza principalmente su due aspetti che compongono l’opinione dei leader di impresa: le loro previsioni per il futuro e le restrizioni che le proprie organizzazioni devono affrontare. Le previsioni hanno subito il calo più drammatico nel primo semestre nel 2020, diminuendo di circa 15 punti. Oltre all’ottimismo, anche le aspettative di crescita delle imprese del mid-market in UE sono state fortemente colpite. Ora sono molte di più le imprese europee (42%) che prevedono una diminuzione dei ricavi nei prossimi 12 mesi rispetto a quelle che prevedono una loro crescita (27%).

Le aspettative sulle esportazioni calano, ma l’innovazione rimane una priorità

Tra i risultati più preoccupanti registrati in Europa, una regione che dipende molto dal commercio, c’è il calo delle aspettative sulle esportazioni. Solo un’impresa su cinque prevede un aumento delle esportazioni, rispetto a una su tre nella seconda metà del 2019.

Anche le aspettative di investimento mostrano un trend decrescente, tuttavia l’analisi evidenzia che gli investimenti in R&S e tecnologia rimangono elevati nella regione rispetto ad altre categorie di investimento. Il 70% delle imprese in UE intende infatti aumentare o mantenere i propri investimenti in tecnologia nel prossimo anno.

Come afferma Larissa, infatti, “la tecnologia è fondamentale per la pianificazione degli scenari. Ci sarà molto lavoro da fare per sviluppare nuove soluzioni logistiche per le imprese che offrono i propri servizi online. Le imprese stanno anche considerando l’utilizzo dell’automazione dove possibile per aumentare la produttività, senza perdere di vista la resilienza: i robot, infatti, non si ammalano”.

La pandemia può inoltre incoraggiare molte collaborazioni esterne nell’ambito dell’innovazione. “Ci sarà una significativa collaborazione a seguito della crisi, in particolare nei settori della tecnologia e della sanità” spiega Larissa.  “Lo abbiamo già visto in Paesi come Germania, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia, che stanno collaborando per trovare un vaccino per il Covid-19. E questo è un risultato positivo per le imprese”.

Il Covid-19 avrà effetti a lungo termine sulle catene distributive

Le restrizioni per l’UE si attestavano a -50 nella prima metà del 2020, una diminuzione considerevole rispetto ai 39,9 nella seconda metà del 2019. Come riflesso del calo della domanda, oltre la metà delle imprese del mid-market in Europa teme che ci sarà una carenza di ordini nei prossimi 12 mesi, fattore che peserà molto sulla crescita nella regione.

Per il 40% delle imprese in UE la scarsità di risorse finanziarie è la principale preoccupazione per i prossimi 12 mesi. Sebbene in crescita di 10 punti percentuali, si tratta del livello più basso registrato nelle regioni interessate. Questo sicuramente è segno della complessità del sistema finanziario in UE e degli attuali sistemi bancari di concessione di prestiti alle imprese. Tuttavia, questo dato può anche rivelare qualcosa sul mid-market.

Molte restrizioni si sono accentuate durante la crisi, ma la disponibilità di competenze non è una di queste, il che potrebbe rivelarsi utile per alcuni settori. Spiega Larissa: “Non c’è abbastanza personale sanitario per gestire l’impatto di questa crisi. Molte risorse saranno allocate per questo settore e le persone potrebbero pensare di riqualificarsi e lavorare in settori diversi nel breve periodo”.