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Overview

Terzo Settore tra attenzione e dedizione

L’apporto dell’attività di volontariato svolta dagli Enti del Terzo Settore (“ETS”) a supporto di taluni disagi presenti nella nostra società è un fatto incontrovertibile.

Senza tale apporto tante situazioni delicate sprofonderebbero ulteriormente, laddove lo Stato non è in grado di intervenire.

Attori del terzo settore sono tutti coloro (tanti, il più delle volte silenziosamente) che forniscono o intendono fornire risorse anche sotto forma di donazioni, contributi o tempo (volontari) senza nessuna aspettativa di un ritorno, con attività svolta a favore di beneficiari anche attraverso, per l'appunto, degli ETS.

È un settore in sviluppo che merita attenzione oltre che dedizione.

Questo numero di TopHic intende affrontare taluni aspetti propri del terzo settore.

Un contributo, in particolare, sarà dedicato ai temi del bilancio di esercizio che ha trovato una sua specifica regolamentazione anche nel recente principio contabile OIC 35 che rappresenta una norma di legge specificatamente rivolta agli ETS.

Un secondo contributo sarà dedicato agli aspetti tributari che non riguardano non solo la soggettività tributaria del ETS, ma anche riflessi per i donanti (in termini, ad esempio, di deducibilità delle erogazioni liberali).

Quello del terzo settore è un settore assai ampio, specificatamente normato in tempi recenti, che impone ormai attenzione anche alla forma giuridica, all'organizzazione e alla copertura dei rischi: si pensi che ci troviamo di fronte a un comparto che secondo gli ultimi dati vale circa il 5% del PIL e impiega 5,5 milioni di volontari.

Con il D.Lgs. 3.7.2017, n. 117 è stato dato il quadro normativo attraverso una disciplina organica che rappresenta un vero testo unico, rubricato  ”Codice del terzo settore”.

La lettura dei primi articoli di questa normativa in tema di finalità e principi generali aiutano a meglio inquadrare il Terzo settore.

Indica la legge: “al fine di sostenere l'autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata a perseguire il bene comune, a elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l'inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa, in attuazione degli articoli 2,3,4,9,18 e 118, quarto comma, della Costituzione, il presente codice provvede al riordino e alla revisione organica della disciplina vigente in materia di enti del terzo settore.”

Quanto ai principi generali della legge: “E’ riconosciuto il valore e la funzione sociale degli enti del terzo settore, dell'associazionismo, dell'attività di volontariato e della cultura e pratica del dono quale espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne è promosso lo sviluppo la spontaneità ed autonomia e ne è favorito l'apporto originale per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, anche mediante forma di collaborazione con lo stato, le regioni le province autonome e gli enti locali”.

Qualche maggiore dato di dettaglio. Secondo le ultime rilevazioni, il terzo settore è composto da circa 360 mila realtà, in fase di strutturazione. Si stima che negli ultimi 15 anni sono sorti oltre il 50% degli enti: è un dato che dimostra come si sia in presenza di un settore tutt’ora in fase di formazione, quanto meno negli aspetti giuridici, con le intrinseche fragilità.

Si conta infatti che ogni anno circa 12 mila enti cessino di esistere per assenza di disponibilità economiche oppure organizzative.

Un'ulteriore precisazione. Sono definiti ETS le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento in via esclusiva o principale di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi e iscritti nel registro unico nazionale del terzo settore (così l’art. 4 del D.Lgs. 117).

Talune ricerche evidenziano una realtà, giuridicamente parlando, assai frastagliata; la maggioranza degli ETS è costituita in forma associativa, ma rilevano anche cooperative sociali ovvero fondazioni.

Non si vuole in questa sede sottovalutare l'aspetto fondamentale: il reperimento delle necessarie fonti finanziarie e le erogazione delle attività di sostegno ai bisogni degli assistiti. E così pure l’impegno e lo slancio gratuito dei volontari. Importante è anche l'impegno al reperimento delle necessarie fonti finanziarie e poi l'organizzazione dell'erogazione delle attività di sostegno ai bisogni dell'assistito.

In questa fase di sviluppo è anche importante pensare alle esigenze per scegliere la giusta forma giuridica, la governance e un'efficace organizzazione per poter soddisfare le reali necessità. Efficacia a gestire i fondi, il personale e i volontari e così pure la gestione del rischio.

Diventa quindi fondamentale attivare processi di gestione moderni ed efficaci anche per attuare e sviluppare professionalità in grado di dialogare con il mondo esterno, in particolare la Pubblica amministrazione per intercettare più fondi, inclusi in questo momento quelli del PNRR.

Infine, rileva anche l’attenzione a gestire i rischi, partendo dalle adeguate coperture con adeguate polizze in un contesto ove anche il mondo assicurativo deve ancora adattarsi poiché troppo facilmente si mutuano a questo mondo ETS le polizze del mondo profit. Le tutele obbligatorie del codice del terzo settore riguardano infortuni, malattie, responsabilità civile e volontari. si pensi agli amministratori che prestano attività gratuita i mezzi dell'ente (ad es. le ambulanze): e così pure l’attenzione alle persone fragili che partecipano all'attività, il welfare per attrarre e trattenere forza di lavoro qualificata, il cyber risk per chi raccoglie e gestisce dati, il rischio reputazionale. Tutto ciò vuol dire anche rispetto nei confronti di chi dona.

Come ho brevemente tratteggiato, il mondo degli ETS è assai ampio, presenta peculiarità specifiche, ma al contempo richiede anche attenzione al rispetto di plurimi aspetti normativi e aziendali-organizzativi.

È con piacere che ricordo come molti professionisti e i dipendenti della nostra organizzazione siano attivi in questo settore, sia come volontari, sia come organi di enti e consulenti, sia soprattutto come persone che silentemente dedicano parte del proprio tempo libero all'assistenza dei bisognosi.