Approfondimento

Global Internal Audit Standards 2024: cosa sono e cosa cambia

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I nuovi Global Internal Audit Standards (gli “Standard”), rilasciati dall’Institute of Internal Auditors (“IIA”) nel gennaio 2024 ed entrati in vigore il 9 gennaio scorso, riorganizzano e razionalizzano il framework operativo per l’Internal Auditing in modo sostanziale.

Da un punto di vista generale, i nuovi Standard condensano in un solo documento sia i principi di comportamento (gli standard professionali veri e propri) che le relative linee guida applicative (ad es., Implementation Guides), inserendo le «indicazioni per l’implementazione» e gli «esempi di conformità» immediatamente in calce ai singoli Standard, migliorandone così la comprensione e l’implementazione.

Scompare, inoltre, la distinzione tra requisiti vincolanti, precedentemente caratterizzati dall’imperativo «deve» e requisiti che potevano essere disapplicati in presenza di giustificazione, caratterizzati dal condizionale «dovrebbe». I nuovi Standards configurano come vincolanti («mandatory») tutti i requisiti indicati, ma consentono alle funzioni di Internal Audit di distaccarsene ad una condizione: implementare adeguate azioni alternative («alternative actions») che siano «idonee a soddisfare la finalità dello Standard» col quale non è possibile essere compliant; spetterà poi al Chief Audit Executive (“CAE”) documentare adeguatamente tali azioni, che andranno almeno richiamate già all'interno dell'Audit Charter.

In questo senso, in chiusura del documento, si dedica uno specifico approfondimento all’Internal Auditing nel settore pubblico, dettando una serie di linee guide e requisiti peculiari volti a garantire che le particolarità di questo settore siano adeguatamente considerate dagli Internal Auditors che vi operano.

Strutturalmente, il documento si divide in 5 Sezioni («Domains»), 15 Principi e 52 standards, sommariamente sintetizzati nel seguito. 

  1. Sezione I «Purpose dell’Internal Auditing»: potrebbe essere definita il manifesto dell’Internal Auditing, in quanto, pur non contenendo principi né standards, ha lo scopo di supportare Internal Auditors e Stakeholders «nel comprendere e divulgare il valore dell’Internal Auditing».
    L’aspetto più interessante di questa breve, ma significativa, Sezione risiede nel suo valore programmatico, che esplicitamente assegna all’Internal Auditing un ruolo d’interesse pubblico collocandolo a garante della strategia dell’organizzazione, sia nei confronti del Board che nei confronti delle istituzioni e della società civile.

  2. Sezione II «Etica e professionalità»: contiene 5 Principi (1-5) divisi in 13 Standards che sostituiscono il precedente Codice Etico dell’IIA, delineando i comportamenti attesi da parte degli Internal Auditors, CAE inclusi, nonché per qualsiasi altro individuo o entità che fornisca servizi di Internal Auditing.
    Le novità di maggiore interesse di questa Sezione risiedono nell’invito agli Internal Auditors ad esibire coraggio professionale quando messi a confronto con situazioni difficili e ad esercitare scetticismo professionale nel condurre le attività di audit.

  3. Sezione III «Governo della funzione Internal Audit»: contiene 3 Principi (6-8) divisi in 9 Standards che definiscono gli elementi essenziali dell’impianto organizzativo (Mandato, Audit Charter, ecc.) della funzione di Internal Audit.  
    Particolare attenzione meritano i numerosi (ed innovativi) richiami al CAE, che deve essere in grado di comunicare e condividere col Board e col Top Management l’importanza della funzione di Internal Audit ed il perimetro del relativo Mandato di Audit.

  4. Sezione IV «Gestione della funzione Internal Audit»: contiene 4 Principi (9-12) divisi in 16 Standards che disciplinano i requisiti fondamentali della struttura operativa, relazionale e delle responsabilità della funzione di Internal Audit.
    Questa Sezione, che rappresenta l’altro lato della medaglia della Sezione I, si rivolge direttamente al CAE, imponendogli la necessità di pianificare strategicamente attraverso:
    • acquisizione di informazioni su tutti i principali aspetti di governance dell’organizzazione, dai framework di controllo utilizzati, al risk appetite, passando per il business plan;
    • uniformazione e governo delle metodologie, degli strumenti e della formazione del personale della funzione di Internal Audit, uniti alla capacità di selezionare e mantenere le risorse quantitativamente e qualitativamente adeguate ad implementare la Strategia di Audit;
    • pianificazione basata su un assessment annuale, opportunamente documentato, di strategie, obiettivi e rischi dell’organizzazione;
    • comunicazione efficace, sia verso il Board ed il Top Management, che verso gli auditati;
    • coordinamento con gli altri provider di assurance dell’organizzazione, per massimizzare la copertura dei rischi e l’efficienza operativa.

      Inoltre, quasi nascosta nello Standard 11.3, relativo alla comunicazione dei risultati, si trova la definizione di «Tematiche di rilievo» («Themes»), che rappresentano il vero e proprio “filo rosso” del nuovo approccio disegnato dagli Standard per l’Internal Auditing: la capacità di garantire la visione d’insieme e l’approccio olistico che consentano di investigare, comprendere e, in ultima analisi, affrontare tematiche sistemiche all’interno dell’organizzazione.  

  5. Sezione V «Svolgimento delle attività di Internal Auditing»: contiene 3 Principi (13-15) divisi in 14 Standards che disciplinano gli elementi operativi dell’attività di Internal Auditing.
    L’ultima Sezione è sostanzialmente una puntuale sintesi delle best practices che si sono andate sviluppando negli ultimi anni.  La differenza principale rispetto al passato sta nel livello di dettaglio che caratterizza i nuovi Standard, i quali si premurano di fornire indicazioni operative precise su come strutturare, effettuare, comunicare e condividere un intervento di audit e i suoi risultati.


Realizzato in collaborazione con Italo Maria Trigari, Brenda Badalati e Edoardo Bossi

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Nuovi standard internazionali per l'Internal Audit

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