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Approfondimento

Il Covid-19 sull’economia: le risposte di Spagna e Francia

Enrico Cimpanelli Enrico Cimpanelli

La pandemia in corso, della quale si inizia a vedere qualche, seppur ancora timido, spiraglio, ha avuto significativi effetti economici e finanziari nell’ambito delle diverse realtà internazionali.

Abbiamo cercato di comprendere come due paesi membri della Comunità Europea, culturalmente più vicini a noi, abbiano risposto alla crisi pandemica e cosa ragionevolmente ci si può aspettare per il futuro.

In questo compito siamo stati aiutati da due colleghi del network Grant Thornton: Clotilde Delemazure, Partner responsabile della practice Prévention et Restructuration francese e Carlos Asensio, Partner della practice Debt Advisory & Financial Restructuring spagnola.

Ai due professionisti sono state poste 4 domande per comprendere cosa hanno fatto i rispettivi paesi per fronteggiare la crisi economica innescata dalla pandemia, le conseguenze per le banche e per le imprese e il ruolo che gli advisor finanziari possono assumere nell’aiutare le imprese ad uscire dalla crisi finanziaria.

Di seguito le loro risposte, che se sotto certi aspetti risultano abbastanza simili tra di loro e alla realtà italiana, per altri si differenziano sia a causa del diverso approccio adottato dai singoli paesi sia per la soggettività nel rispondere da parte dei due professionisti.

Dal confronto appare come la Francia, rispetto alla Spagna e anche all’Italia, abbia fornito alle imprese più strumenti per superare la crisi che tuttavia sono stati concessi a tutte le imprese senza effettuare un’analisi circa il loro stato di salute ante pandemia.


Quali le principali misure messe in campo dal governo per gestire le conseguenze economiche della pandemia?

Spagna:

Il governo spagnolo ha implementato diverse misure economiche per mitigare gli effetti della diffusione del COVID-19, tra cui la cassa integrazione (sospensione dei contratti di lavoro e la riduzione della giornata lavorativa) (“ERTE”), e sue successive proroghe, e finanziamenti per un importo pari a circa 100 miliardi di Euro, concessi per far fronte all’indebitamento delle imprese tramite garanzie prestate dalle banche fino a certi limiti (60%~80%) (“Garanzie ICO”).

Francia:

Il governo francese ha introdotto svariate misure per supportare gli attori del mondo dell’economia. A partire da marzo 2020, centinaia di miliardi di Euro sono stati messi a disposizione per assicurarsi che le imprese avessero sufficienti risorse finanziarie per affrontare questo periodo eccezionale.

I prestiti garantiti dallo stato (“PGE”) - un meccanismo specifico ed eccezionale implementato per fornire un supporto a medio termine alle imprese in crisi - sono stati erogati ad oltre 675.000 imprese.

Questa misura è stata estesa fino a dicembre 2021, con la possibilità per tutte le imprese che lo desiderano di ottenere una proroga di uno o più anni per il rimborso. Tuttavia, dal momento che la durata massima dei PGE è di 6 anni, il rimborso sarà spalmato solo su 4 anni in caso di un secondo anno di proroga. Il punto è comprendere se le imprese saranno in grado di ripagare i prestiti ricevuti. Al momento, infatti, la preoccupazione principale per chi si occupa di restructuring è il cosiddetto “PGE debt wall”.

Inoltre, la proroga delle scadenze fiscali e contributive sta aiutando ad alleviare l’impatto della crisi sanitaria.

Infine, gli aiuti statali e in particolare l’introduzione di indennità di cassa integrazione a livello nazionale o mirate ai i settori più colpiti (ristorazione, alberghiero ed eventi) a livello locale si stanno dimostrando efficaci per permettere alle imprese di continuare la loro attività.

Le iniezioni di liquidità nel sistema economico hanno salvato un numero importante di imprese. Tuttavia, quando i PGE dovranno essere rimborsati e i debiti fiscali e contributivi dovranno essere corrisposti, il Covid farà indubbiamente sentire i suoi effetti sulle imprese più in crisi e dove la pandemia ha soltanto accentuato le difficoltà economico/finanziarie già esistenti.


Quali le conseguenze per le banche e quali i possibili scenari a medio termine?

Spagna:

Principalmente, un deciso incremento delle posizioni in sofferenza che hanno originato un calo dei buffer di capitale previsti del Tier 1 in base agli accordi di Basilea III. Le banche potrebbero pertanto trovarsi in una situazione in cui potrebbero non essere in grado di soddisfare i requisiti di solvibilità applicabili per legge, dal momento che la pandemia da COVID 19 ha causato un declassamento del rating della società e, di conseguenza, un incremento degli accantonamenti da parte delle banche per perdite su crediti ed una contrazione del credito.

È tuttavia importante sottolineare che attualmente tale incremento è stato mitigato dal Governo con le Garanzie ICO anche se, nel medio periodo, una volta che i nuovi rating delle società saranno emessi sulla base delle informazioni finanziarie relative all’esercizio 2020, le società richiederanno alle banche ulteriore liquidità, la cancellazione dei debiti o un incremento delle loro posizioni debitorie difficilmente sostenibili. Sarà in questo scenario che le banche avranno bisogno di maggiore flessibilità da parte dei regolatori per non effettuare ulteriori accantonamenti per perdite che impedirebbero loro di aiutare le imprese senza ulteriormente danneggiare i loro bilanci.

Francia:

Nel breve periodo la strategia francese del Presidente E. Macron del “fare tutto il necessario” è stata così efficace che confrontando il primo trimestre 2020, pre-Covid con il primo trimestre 2021, il numero di procedure concorsuali è sceso del 32,1%, da 7.609 casi a 5.743.

A lungo termine, tuttavia, è importante essere vigili circa il sovraindebitamento delle imprese. Il Governo stima, infatti, una probabilità di inadempienza del 6,2% degli importi garantiti erogati.

Una proposta senatoriale ha richiesto che vengano mantenute le garanzie statali, con l’autorizzazione della Commissione europea, oltre i 6 anni previsti dai PGE. Al momento, tuttavia, non c’è ancora stato alcun riscontro da parte del Governo.


Quali le conseguenze per le imprese e quali i possibili scenari di medio termine?

Spagna:

Da una prospettiva societaria si potrebbe concludere che (i) l’ERTE e le sue successive proroghe hanno permesso alle imprese di ridurre i costi strutturali e compensare il drastico calo di ricavi e profitti causato dalla pandemia; inoltre (ii) la concessione di garanzie ICO ha permesso alle imprese di avere sufficiente liquidità per mantenere la loro operatività ed onorare i propri impegni finanziari.

Tuttavia, nel medio termine, si prevede che le imprese usciranno dalla pandemia con una leva finanziaria/indice di indebitamento più elevato (principalmente a causa dei prestiti concessi con le Garanzie ICO e della ridotta redditività delle attività) e con una maggiore incertezza circa le loro prospettive future, dal momento che il COVID ha modificato le preferenze dei consumatori e i loro modelli di consumo.

Di conseguenza, le imprese si troveranno ad affrontare una situazione in cui avranno necessità di ulteriore liquidità o di rifinanziare i loro debiti (richiedendo un allungamento delle relative scadenze o tramite la cancellazione di parte del loro debito finanziario in base alla loro capacità di rimborso) per continuare la loro attività.

Francia:

La proroga degli aiuti di stato ha permesso, e permetterà, di mantenere i flussi di cassa aiutando le imprese a mitigare lo shock ciclico legato alla crisi sanitaria e quindi, in ultima analisi, ad evitare fenomeni di insolvenza. Tuttavia, queste misure potrebbero portare a ritardi nel processo decisionale delle imprese e ad incoraggiare un atteggiamento attendista. Questa situazione potrà essere superata da quelle imprese che prima della crisi non presentavano difficoltà strutturali, mentre quelle già in situazioni economico finanziarie complicate potrebbero non riuscire a resistere e non avere sufficienti prospettive di ripresa.

Indubbiamente misure quali i prestiti garantiti dallo stato (“PGE”) e gli altri aiuti visti in precedenza sono stati necessari, ma ora sembra ancor più necessario anticipare la gestione dei nuovi debiti accumulati.

È pertanto essenziale per le imprese muoversi velocemente verso una strategia di ristrutturazione approfondita, operativa (Transformation & Steering) e/o finanziaria (rafforzamento del patrimonio/consolidamento dei debiti), mantenendo come principio guida la sostenibilità dell’impresa e la gestione del debito accumulato.

In linea con questa logica, il recovery plan del governo francese (100 miliardi di Euro da investire su 3 direttive principali: ecologia, competitività e coesione) mira a supportare la ripresa con prestiti partecipativi e altre tipologie di aiuti. Tuttavia, non tutte le imprese francesi potranno accedere a questi aiuti e, in ogni caso, per poterne usufruire dovranno dimostrare la loro sostenibilità.

Come possono gli advisor finanziari supportare le banche e le imprese nella fase post-pandemia?

Spagna:

Gli advisor finanziari potrebbero aiutare ad identificare e strutturare piani di finanziamento da utilizzare quale alternativa ai prestiti bancari, agendo come esperti indipendenti in grado di verificare il rispetto e l’implementazione dei piani di azione sui quali si basano i business plan presentati dalle imprese. Il rigore e le competenze multidisciplinari mettono gli advisor finanziari in una posizione privilegiata per monitorare e migliorare la produttività delle imprese, nonché per correggere i modelli non performing e recovery su cui si basano le banche.

Francia:

Al fine di riuscire a implementare la trasformazione di cui sopra, gli advisor finanziari dovranno intervenire in 3 fasi distinte ma complementari tra loro:

prima di tutto, valutando la situazione con una diagnosi operativa e finanziaria;

in secondo luogo, con una revisione del business plan: è in questa fase che le ipotesi su cui si basano i business plan devono essere riviste e validate al fine di assicurare sia la sostenibilità dell’impresa che le condizioni per la trasformazione o riorganizzazione necessarie raggiungerne gli obiettivi;

sulla base della seconda fase, sarà poi necessario fare previsioni dei flussi di cassa necessari per identificare e quantificare le esigenze di finanziamento a sostegno delle attività imprenditoriali.

L’interconnessione di queste tre fasi permetterà una condivisione degli sforzi tra i soci, il debito pubblico e quello privato.

Nella seconda metà del 2020, lo Stato francese, tramite il Ministero dell’economia e delle Finanze, ha lanciato una gara d’appalto per selezionare 5 società di consulenza per assisterlo, tramite due diligence finanziarie e operative indipendenti, nella ristrutturazione delle imprese. Il team Recovery & Reorganisation di Grant Thornton France è rientrato tra i 5 selezionati. Questo riconoscimento conferma il posizionamento di GT Francia tra i principali player nell’ambito del Restructuring.

 

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