Approfondimento

La forza di attrazione dell’Italia

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Variabili personali 

La situazione personale incide anche sulle modalità di ingresso nel Paese, che possono rappresentare una variabile importante per gli individui che intendono cambiare paese di residenza.

Considerando le attuali difficoltà del sistema che regola l’immigrazione in Italia, la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana grazie al principio dello ius sanguinis o il possesso di un passaporto di altro Paese dell’Unione Europea rappresentano un indubbio vantaggio.  In tale situazione, infatti, l’individuo che volesse trasferirsi in Italia gode di piena libertà, sia per quanto concerne la durata della sua permanenza nel territorio nazionale (senza limiti), sia con riferimento alle attività che ivi può svolgere.  

Al di là del processo canonico, dipendente dai flussi, gli NHWI con passaporto extra-EU, hanno tre alternative principali per fare ingresso in Italia: i) ottenere l’Investor Visa, ii) optare per il permesso di soggiorno per residenza elettiva o iii) entrare nel Paese come lavoratore in distacco. 

Di particolare interesse è l’Investor Visa, che consente l’ottenimento di un visto d’ingresso biennale (rinnovabile) tramite procedura accelerata. Introdotta nel 2017, tale procedura è condizionata all’effettuazione e al mantenimento di un investimento in asset italiani (2 milioni di euro in Titoli di Stato, 250 o 500 mila euro in azioni, 1 milione di euro in donazione). Tra le varie condizioni secondarie dell’Investor Visa, è opportuno menzionare la dimostrazione di disporre, prima dell’ingresso nel Paese, di un’idonea sistemazione alloggiativa in Italia.  

Medesima condizione è richiesta per l’ottenimento del permesso di soggiorno per residenza elettiva che, tuttavia, non consente al possessore di svolgere alcuna attività lavorativa in Italia. 

 

Variabili giuridiche – fiscali

Il principale strumento di attrazione fiscale degli HNWI in Italia è rappresentato dal regime “Neo Residenti”, disciplinato dall’art. 24-bis del TUIR.  Tale disposizione, in vigore dal 01/01/2017 e da allora rimasta invariata, prevede che l’HNWI, indipendentemente dall'ammontare dei redditi prodotti all'estero, possa pagare un'imposta forfettaria annuale di 100.000 euro (25.000 euro per ogni familiare). L’eventuale trasferimento di somme nel Paese risulta irrilevante. 

Unica eccezione a tale beneficio è prevista per le plusvalenze realizzate nei primi 5 anni di residenza dalla vendita di partecipazioni qualificate (oltre il 20% di partecipazioni aventi diritti di voto – 2% nel caso di società quotate), che rimangono soggette a tassazione ordinaria (26%).

In aggiunta, il regime prevede l’esenzione da ogni forma di imposta patrimoniale sugli asset detenuti all’estero, così come da ogni obbligo di monitoraggio, nonché da imposta di successione e donazione. 

L’agevolazione è valida per 15 anni, a condizione che il neo residente mantenga la residenza fiscale in Italia, ferma restando la possibilità di rinunciarvi in qualsiasi momento.

I soggetti interessati possono presentare un’istanza di interpello preventivo all’Agenzia delle Entrate, il cui ottenimento può richiedere tra 3 a 7 mesi.

Il regime prevede anche un trattamento di favore per quanto concerne le eventuali implicazioni fiscali in termini di residenza di società o veicoli (trust) esteri controllati dal neo residente: questi non sono attratti a tassazione in Italia a causa della (sola) presenza del neo residente.  Caso diverso potrebbe porsi se il neo residente lavora stabilmente dall’Italia per entità estere (la sua attività, infatti, potrebbe portare alla creazione di una stabile organizzazione nel paese).   Anche questi elementi possono essere oggetto di interpello.  

Prevedendo una tassazione ordinaria sui redditi di fonte domestica, il regime in commento risulta particolarmente efficace per i percettori di passive income esteri, mentre situazioni connesse alla cessione di partecipazioni significative o alla prestazione di attività in Italia devono essere valutate con attenzione. 

Il fatto che il recente “ridimensionamento” del regime speciale previsto per i lavoratori impatriati, con l’esenzione ridotta al 50% e fino a 600 mila euro e durata limitata a 5 anni, non si sia esteso al regime Neo Residenti fa presupporre che l’Italia intenda dare stabilità a quest’agevolazione. 

Attualmente, sono circa un migliaio le persone che hanno optato per il regime Neo Residenti (per il 2022 risultavano 957 soggetti). Il 46% di tali soggetti ha prodotto in Italia un reddito complessivo pari a 75 milioni di euro, prevalentemente costituito da reddito da lavoro dipendente (pari all’86% del totale). Motivo per ritenere che il regime Neo Residenti dovrebbe rimanere inalterato per i prossimi anni.