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Le variabili che incidono sulla scelta del Paese

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Molteplici sono le variabili che incidono sulla scelta del Paese di destino prescelto dai non residenti quale meta del loro trasferimento. Una parte di tali variabili sono, peraltro, connesse ai motivi che portano i non residenti ad optare per l’uscita dal Paese di provenienza.

In linea di principio, condizione preliminare per poter valutare l’ingresso in un determinato Paese consiste nell’aspettativa di trovare una situazione che, nel suo complesso, sia più che soddisfacente e consona alle proprie esigenze rispetto a quella attuale e/o prospettica del Paese di uscita.

Ciò premesso, le sopra richiamate variabili possono essere raggruppate in tre categorie:

  1. Geopolitiche e sociali;
  2. Personali;
  3. Giuridiche.

 

Variabili geopolitiche e sociali 

La sicurezza personale rappresenta un aspetto spesso determinante e discriminante nella scelta del Paese in cui trasferirsi (nella consapevolezza che le metropoli, oramai, presentano un profilo di rischio che in parte le accomuna). In questo particolare periodo storico, la presenza di fenomeni bellici e/o di tensioni con i Paesi limitrofi rappresenta a sua volta una variabile critica nel processo di selezione in commento.

Correlate alla sicurezza sono l’efficienza e la qualità del sistema medico e assistenziale (fondamentale per le persone con età avanzata e/o patologie in corso).

Sempre più rilevante è poi l’internazionalità del contesto in cui si valuta di spostarsi. Tale variabile a sua volta si articola in molteplici ambiti quali (i) la presenza di comunità internazionali (inclusa quella di appartenenza), (ii) la possibilità di comunicare in lingue diverse da quella locale (fondamentale quando diversa dalla propria o, comunque, non conosciuta), (iii) il contesto scolastico locale (valutato sia sotto il profilo qualitativo che per l’internazionalità dello stesso).

Teoricamente meno rilevante pare essere (salvo casi specifici) il contesto religioso del Paese di destino.

Concludono la lista delle variabili geopolitiche e sociali il clima, la facilità di connessioni con altri Paesi e il costo della vita del Paese oggetto di valutazione.

 

Variabili personali

In tale contesto, acconto alla tematica linguistica sopra citata, l’età dei membri della famiglia che si trasferiscono, unitamente alla composizione della stessa, rappresentano una variabile fondamentale. Profondamente diverse sono, infatti, le esigenze dei nuclei familiari con figli al seguito rispetto a quelli composti da persone senza figli e/o in età avanzata.

Con riferimento alle destinazioni in Paesi comunitari un aspetto non trascurabile è rappresentato dalla cittadinanza (UE o Extra UE) dei membri della famiglia (variabile la cui significatività può essere acuita o alleviata dal contesto giuridico di riferimento del Paese di destino). Analogamente la scelta degli Stati Uniti da parte di cittadini UE presenta peculiarità e criticità da valutare con attenzione.

Da non trascurare, infine, è il carattere temporaneo o meno della scelta di trasferirsi in altro Paese. Nel primo caso, infatti, alcune variabili di influenza della scelta che non risulterebbero propriamente positive (bensì poco attraenti) perdono significativamente rilevanza.  

 

Variabili giuridiche 

La fiscalità rappresenta senza dubbio una variabile significativa nella selezione dei Paesi in cui trasferirsi. Di norma non è la variabile principale ma spesso, a parità di valutazione tra molteplici possibili destinazioni, incide sulla scelta finale.

In materia di fiscalità deve essere operata la seguente distinzione: fiscalità diretta in capo alla persona, fiscalità diretta in capo alle società riconducibili alla persona medesima o per le quali questa lavora, imposta sul patrimonio, imposte di donazione e/o successione.

Relativamente alla fiscalità diretta in capo alla persona fisica stiamo assistendo, oramai da anni, alla concorrenza tra diversi Paesi al fine di essere più attrattivi con i non residenti (una sezione del presente documento è destinata all’illustrazione delle misure adottate a tal riguardo dall’Italia).

Da non sottovalutare poi sono le conseguenze che possono originarsi in capo alle società (residente in altri Paesi) per le quali la persona lavora. L’applicazione dei principi di fiscalità internazionale ai casi di remote working può, infatti, determinare conseguenze (indesiderate) relativamente alla fiscalità di tali società e/o gruppi di appartenenza delle stesse.

Anche il regime applicabile in materia di imposte di imposte patrimoniale, imposta di donazione e successione può rappresentare una variabile molto importante ai fini della scelta in commento (soprattutto considerata le significative differenze che caratterizzano i regimi applicabili nei singoli Paesi).

Quanto precede deve essere, inoltre, valutato in chiave prospettica. La fiscalità, infatti, è una variabile (tanto in regime d’impresa che in regime personale) che richiede (di norma) considerazioni e valutazioni di medio periodo. Stante tale situazione i regimi giuridici dotati di maggiore stabilità nel tempo (intesa non solo come durata media della normativa ma, anche, di rispetto del principio di irretroattività della stessa) sono di norma preferiti in quanto considerati più affidabili. Questo, in base all’esperienza di chi scrive, pare essere il vero tallone d’Achille del nostro Paese.